INFORMAZIONI SUGLI OBBLIGHI VACCINALI
Decreto legge 7 giugno 2017, n.73, convertito con modificazioni dalla legge 31 luglio 2017, n.119
(GU Serie Generale n.182 del 05.08.2017)
Per i minori di età compresa tra 0 e 16 anni, sulla base delle specifiche indicazioni previste dal Calendario Vaccinale Nazionale per ciascun anno di nascita, la nuova normativa prevede l’obbligo delle seguenti vaccinazioni:
- Vaccinazione anti-poliomielitica
- Vaccinazione anti-difterica
- Vaccinazione anti-tetanica
- Vaccinazione anti-epatite B
- Vaccinazione anti-pertosse
- Vaccinazione anti-Haemophilus Influenzae tipo b
- Vaccinazione anti-morbillo
- Vaccinazione anti-rosolia
- Vaccinazione anti-parotite
- Vaccinazione anti-varicella (dai nati 2017)
In pratica sono obbligatorie:
- per i nati dal 2001 al 2016: le vaccinazioni contro difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B, Haemophilus influenzae b, morbillo, parotite e rosolia
- per i nati a partire dal 2017: le vaccinazioni contro difterite, tetano, pertosse, polio, epatite B, Haemophilus influenzae b, morbillo, parotite, rosolia e varicella.
Sono esonerati dall’obbligo di vaccinazione esclusivamente i minori:
- immunizzati per effetto della malattia naturale (ad esempio, i bambini che hanno già contratto la varicella non dovranno vaccinarsi contro tale malattia);
entrambe le condizioni dovranno essere attestate dal Medico di Medicina Generale o dal Pediatra di Famiglia,
Tutte le vaccinazioni obbligatorie sono gratuite, in relazione all’anno di nascita per il quale è previsto l’obbligo.
Per i minori di età compresa tra 0 e 16 anni, inoltre, sono fortemente raccomandate, con offerta attiva e gratuita, le seguenti vaccinazioni:
- a. anti-pneumococcica;
- b. anti-meningococcica:
nonché, dai nati del 2017:
- c. anti-meningococcica B;
- d. e anti-rotavirus.
Ulteriori informazioni sulle vaccinazioni obbligatorie e raccomandate sono disponibili sul sito web Wikivaccini
1. Wikivaccini, specifico progetto di informazione di Regione Lombardia, e sul sito web del Ministero della Salute.
2. Ministero della salute
3. ATS Brescia
Le vaccinazioni nell’infanzia costituiscono il primo intervento preventivo per proteggere il bambino contro pericolose malattie infettive. I vaccini, infatti, combattono malattie infettive molto pericolose per le quali non esiste una terapia efficace oppure malattie che possono essere causa di gravi complicanze.
La vaccinazione del bambino garantisce una protezione individuale, ma anche globale della popolazione in generale in quanto contrasta la diffusione delle malattie infettive su larga scala. Voler approfondire la tematica delle vaccinazioni è un diritto fondamentale e costituisce inoltre un’importante opportunità per migliorare la qualità e l’efficacia dei Servizi vaccinali.
In Italia, l’offerta delle vaccinazioni si è evoluta nel corso degli anni, parallelamente al progredire delle conoscenze tecnico-scientifiche e delle condizioni socio-economiche del Paese e in relazione allo sviluppo del rapporto medico-paziente. In passato, l’obbligatorietà e la gratuità delle vaccinazioni hanno rappresentato uno strumento per garantire l’uniformità di offerta alla popolazione, al fine di evitare – per quanto possibile – situazioni di disparità nell’accesso ai servizi e agli interventi di tipo preventivo, in attuazione dei principi di precauzione e universalità di accesso ai servizi sanitari.
Sebbene negli ultimi quindici anni sia stato intrapreso un percorso culturale per un approccio alle vaccinazioni, incluse quelle raccomandate (ad esempio, contro pertosse, morbillo, parotite, rosolia, infezioni da Haemophilus influenzae tipo b, meningococco C) che mirava all’adesione consapevole e volontaria da parte dei cittadini, da intendersi quale possibilità e diritto di essere protetti da malattie per le quali fossero disponibili vaccini efficaci e sicuri, a partire dal 2013 si è registrato un progressivo trend in diminuzione del ricorso alle vaccinazioni, sia obbligatorie che raccomandate. Tale fenomeno ha determinato un calo della copertura vaccinale al di sotto del 95%, soglia raccomandata dall’OMS per la c.d. “immunità di gregge”, per proteggere, cioè, indirettamente anche coloro che, per motivi di salute, non possono essere vaccinati.
In presenza di un rischio per la salute umana, il legislatore deve optare per la soluzione che consenta di neutralizzare o minimizzare tale rischio. Questo spiega l’intervento del Ministero della Salute che con il Decreto Legge 7 giugno 2017 n. 73 “Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale”, convertito in legge con modificazioni (Legge n. 119 del 31/07/2017), intende garantire in maniera omogenea sul territorio nazionale le attività dirette alla prevenzione, al contenimento e alla riduzione dei rischi per la salute pubblica ed assicurare il costante mantenimento di adeguate condizioni di sicurezza relativamente alla circolazione di patogeni infettivi, garantendo i necessari livelli di profilassi e di copertura vaccinale.
Il citato intervento normativo incrementa a dieci il numero delle vaccinazioni obbligatorie previste (già da alcuni anni quasi tutte fortemente raccomandate in Lombardia) in relazione alla situazione epidemiologica e allo stato dell’evoluzione tecnico-scientifica attuali:
- anti-poliomielitica (legge 4 febbraio 1966, n. 51)
- anti-difterica (legge 6 giugno 1939, n. 891)
- anti-tetanica (legge 5 marzo 1963, n. 292)
- anti-epatite B (legge 27 maggio 1991, n. 165)
- anti-pertosse
- anti-Haemophilus influenzae tipo b
- anti-morbillo
- anti-rosolia
- anti-parotite
- anti-varicella (per i nati dal 2017)
L’obbligatorietà per le ultime quattro è soggetta a revisione ogni tre anni in base ai dati epidemiologici e delle coperture vaccinali raggiunte.
Di regola, il ciclo delle vaccinazioni inizia durante il terzo mese di vita (dal 61° al 90° giorno). Infatti da questa età il bambino, seguendo regolarmente il calendario vaccinale, ha il tempo necessario per costruirsi valide difese contro le malattie per le quali è stato vaccinato. In questo modo, negli anni di vita successivi, quando i suoi contatti sociali saranno intensificati, riuscirà a non ammalarsi, anche se si troverà esposto al rischio di contagio.