Il 12 maggio si celebra la Giornata internazionale dell’infermiere

La Giornata internazionale dell’infermiere che si celebra il 12 maggio è un omaggio a Florence Nightingale, nata il 12 maggio 1820 a Firenze e considerata la madre dell’infermieristica moderna.

Molta strada è stata percorsa dalla nascita di questa professione che, come diceva Florence Nightingale, è la più bella tra le professioni; siamo passati dalla nascita dei collegi nel 1955, all’ingresso di personale maschile nelle corsie nel 1971. Nel 1978 nasce, con il SSN, una sfida per la professione infermieristica: la sfida della universalità delle cure. Nel 1992 si passa dalle scuole regionali per infermieri professionali alla formazione in Università tramite i primi Diplomi universitari. Nel 1994 viene varato il profilo professionale dell’infermiere pietra miliare della professionalizzazione dell’attività infermieristica, che riconosce di fatto l’infermiere responsabile dell’assistenza generale infermieristica. A fissare gli ultimi tasselli del riordino della professione è la legge 251/2000, cioè la “disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione nonché della professione ostetrica”. L’importanza di questa legge sta nel fatto che consente il riconoscimento formale della Dirigenza.

Soltanto nel 2004 il MIUR fissa le modalità e i contenuti per le prove di ammissione ai corsi di Laurea specialistica (oggi magistrale) in Scienze infermieristiche e ostetriche. Successivamente nel 2006 partono i dottorati in scienze infermieristiche.

Nel 2018 un ulteriore passo per la definizione di un ruolo fondamentale nel panorama della determinazione della professione è il passaggio dai collegi IPASVI all’Ordine delle professioni infermieristiche – OPI.

Gli ambiti di competenze dove i professionisti infermieri possono esercitare le loro competenze sono molteplici: dalle unità operative ospedaliere, agli ambiti territoriali, ai diversi setting assistenziali. Li troviamo nelle RSA – residenze sanitarie per anziani e disabili, nelle strutture riabilitative, negli Hospice e molto altro ancora.

Nel contesto del servizio sanitario nazionale e in modo più estensivo nell’assistenza alla persona, si sta assistendo ad una significativa evoluzione delle componenti organizzativo-assistenziali conseguenti all’oggettivo manifestarsi di alcuni fenomeni, legati in particolare, all’aumento dell’età media, della popolazione con fragilità e malattie cronico-degenerative, a cui si associa la costante e profonda evoluzione scientifica e tecnologica.

A questa evoluzione non può sottrarsi l’infermiere a cui vengono richieste sempre maggiori competenze nell’utilizzo delle alte tecnologie. In questi ultimi anni l’infermiere ha acquisito, grazie a percorsi di formazione in ambito universitario, maggiori competenze, autonomia decisionale e capacità di valutazione nei processi assistenziali per i quali sempre più frequentemente è previsto l’utilizzo di tecnologie. Pensiamo in particolare a quei contesti di cure intensive, dove l’infermiere utilizza quotidianamente nel corso della propria attività apparecchi e procedure di varia complessità ed è per questo che è necessario che venga coinvolto nella valutazione di nuovi dispositivi eventualmente introdotti nelle pratiche clinico-assistenziali e di conseguenza nelle decisioni d’acquisto.

Gli infermieri nel 2024 giocano un ruolo cruciale nell’adozione, nell’implementazione e nella valutazione delle tecnologie sanitarie all’interno dell’ambito clinico. La loro competenza e il loro coinvolgimento sono essenziali per garantire che le tecnologie sanitarie contribuiscano al miglioramento delle cure e alla sicurezza dei pazienti.

Oggi l’infermiere si trova a dover affrontare diverse sfide professionali. Una delle più complesse e difficili è quella di adeguarsi alla velocità con la quale l’avanzare delle novità tecnologiche ed informatiche viene applicata in Sanità.

La tecnologia deve rappresentare un’opportunità e non una criticità, uno strumento che favorisca l’efficacia, l’efficienza e la qualità delle prestazioni e il miglioramento dei processi di cura e assistenza e non un ostacolo alla pratica clinica e all’evolversi dei modelli operativi, organizzativi e gestionali con cui vengono offerti i servizi.

Elemento imprescindibile per il professionista infermiere risulta quindi essere la formazione, continua e costante durante tutto il suo percorso lavorativo.

Gli infermieri di ASST Franciacorta che operano nei servizi di emergenza urgenza Pronto soccorso, Rianimazione, Blocco Operatorio ma anche negli stessi reparti sono tenuti a svolgere numerosi corsi di formazione. All’introduzione di una nuova tecnologia corrisponde sempre un corso di formazione specifico, dove i professionisti infermieri vengono valutati da parte di un tutor. L’ASST Franciacorta può vantare un elevato numero di infermieri certificato per l’emergenza urgenza e per l’utilizzo di dispositivi medici all’avanguardia (colonne endoscopiche e laparoscopiche, apparecchiature Laser, ventilatori polmonari meccanici etc) di ultima generazione.

Nel corso degli anni la formazione post-base ha definito innumerevoli percorsi che hanno permesso di acquisire conoscenze, competenze e atteggiamenti non solo in ambito clinico, ma anche in ambito manageriale e anche in quegli ambiti nei quali le nuove normative nazionali hanno reso necessario implementare la figura dell’infermiere. Stiamo parlando della “territorialità” dove già era presente l’infermiere che esercitava le sue funzioni tramite assistenza domiciliare integrata, al quale ora si affianca la figura dell’infermiere di famiglia e comunità.

Questo professionista della salute svolge un ruolo proattivo nella capacità di identificare i bisogni di salute del cittadino, orientandolo e guidandolo nella gestione delle sue capacità residue.

L’infermiere di famiglia e comunità agisce nei setting assistenziali a livello sia domiciliare, sia ambulatoriale che sociale. Sempre più le competenze che l’infermiere acquisisce tramite master di 1° o 2° livello o corsi di specializzazione diventano essenziali per garantire la qualità delle cure. A titolo di esempio, le competenze espresse presso le terapie intensive, presso ambulatori specifici per entero-urostomizzati, ambulatori di Wond care o dove sia necessario garantire la continuità della presa in carico della persona.

L’assistenza infermieristica è un ponte di umanità. È il ponte che porta ad assistere senza alcun pregiudizio vittime e carnefici; il ponte che vive nei campi profughi ai confini del mondo; il ponte che riallaccia i nodi di relazione familiare all’interno di una casa in una visita domiciliare; il ponte che indica l’esserci mentre si attende nella sala di attesa di un centro di rianimazione; il ponte che sa prendersi cura dell’altro oltre ogni categoria di religione, di etnia, di paese, di lingua, di malattia.

 

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